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SEED: coltivare l’innovazione per il futuro dell’imprenditoria

«Spesso i risultati della ricerca scientifica, anche se innovativi, faticano a tradursi in un prodotto fruibile e valorizzabile. In particolare, non innescano i processi necessari finalizzati all’avviamento della creazione di impresa».

Così racconta Felice Giuliani, Responsabile scientifico del programma SEED – Sustainable Ecosystem Development Program, giunto quest’anno alla sua seconda edizione. SEED è un percorso di formazione multidisciplinare volto a trasmettere le competenze essenziali per avviare e gestire un’attività imprenditoriale in campo tecnologico. Il programma, istituito dall’Università di Parma e dal Tecnopolo di Parma, nasce dalla necessità di superare uno degli ostacoli più comuni nel mondo accademico: il trasferimento delle innovazioni scientifiche nel mondo reale. Troppo spesso, infatti, le scoperte restano confinate nei centri di ricerca, perdendo l’opportunità di diventare prodotti o servizi che possono migliorare la vita delle persone generando valore economico e sociale.

«Il programma SEEDspiega il Prof. Giuliani – è stato concepito per affrontare questa sfida, stimolando la curiosità dei giovani ricercatori verso l’avvio o la gestione di un’attività imprenditoriale in campo tecnologico, mettendo al centro del percorso la propria invenzione e la propria capacità di sviluppare innovazione».

SEED si rivolge a giovani laureati e ricercatori provenienti da una vasta gamma di ambiti disciplinari. Diversità questa che arricchisce ulteriormente il programma creando un ambiente di collaborazione e scambio di idee tra diverse competenze e mentalità.
In questa seconda edizione, i progetti degli aspiranti startupper spaziano in vari settori, dalla sicurezza della circolazione ferroviaria alla promozione di stili di vita sostenibili, fino all’implementazione di gemelli digitali e al business solidale.

Fare impresa diventa così una prospettiva estremamente interessante per un ricercatore. Perché entrare nel mondo dell’imprenditoria non significa solo sviluppare un prodotto, ma anche contribuire al benessere collettivo generando valore sociale ed economico.

«La ricerca applicata – conclude il Professore – deve avere come obiettivo il celere trasferimento del prodotto per il miglioramento del benessere della collettività. Creare valore, anche attraverso l’impresa, significa per un ricercatore accettare la sfida che quanto si studia può generare risorsa e che questa si possa supportare e rendere ancora più libera e, quindi, immaginifico, il prossimo progetto di ricerca».

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