Ad oggi, solo una parte di queste correnti è impiegata per il recupero di materia ed energia, lasciando ampi margini per l’implementazione di strategie di valorizzazione avanzate che consentano di ridurre lo smaltimento in discarica.
Dato il rilevante ruolo dell’industria alimentare regionale, la produzione annuale dei rifiuti in Emilia-Romagna, inclusiva del settore bevande, è significativa se comparata alla produzione annuale complessiva sul territorio nazionale, pari a poco più di 3 milioni di tonnellate.
Alla luce della sua esperienza nel settore Waste-to-Value e delle competenze in ambito energetico-ambientale, il Tecnopolo di Piacenza-LEAP sta portando avanti progetti di valorizzazione dei rifiuti e di scarti dell’industria alimentare emiliano-romagnola che comportano un’opportuna mappatura, caratterizzazione e identificazione dei loro destini attuali, con l’obiettivo di recuperare flussi di materia da re-immettere nell’economia. La ricerca, in linea sia con le strategie regionali delineate dal PRRB che con la gerarchia dei rifiuti promossa dalla Comunità Europea, include valutazioni tecnico-economiche supportate da modelli di processo in grado di stimare le prestazioni delle tecnologie innovative esaminate.
Tale attività considera dati di pubblica reperibilità condivisi da ARPAE, ISPRA ma anche dalla stessa Regione Emilia-Romagna e da ISTAT. Ad oggi, l’analisi ha comportato uno studio degli operatori economici regionali attivi nel settore dell’industria alimentare classificati per codici ATECO, quantità e tipologia di rifiuti prodotti e valore aggiunto.
«Il nostro interesse – spiega Daniele Di Bona, Manager dell’Area Waste-to-Value LEAP – si è soffermato sui rifiuti prodotti dall’industria della carne, della frutta e della verdura, meritori di ulteriori approfondimenti ai fini di identificare possibili destini alternativi atti a minimizzare lo smaltimento in discarica. A livello regionale, il target è di circa 95 kt/a di rifiuti oggetto dell’indagine».
Una missione ambiziosa per trovare possibili destini alternativi, e una sfida tecnologica in grado di superare lo stato dell’arte dei processi allo studio in un’ottica di riduzione dell’impatto ambientale e di supporto alla crescita dell’economia locale.
Quelli che consideriamo semplici rifiuti dell’industria alimentare possono essere infatti trasformati in energia attraverso la combinazione di complessi processi di recupero, come la digestione anaerobica, funzionale alla produzione di biometano, e processi idrotermici nel trattamento delle correnti liquide, per il recupero di char, solido ricco di carbonio. Opportunità queste che contribuirebbero, inoltre, a ridurre la dipendenza dalle fonti fossili mitigando l’impronta carbonica della filiera.
«Le attività in corso – conclude il Dott. Di Bona – ambiscono ad aumentare la sostenibilità dell’industria alimentare regionale: attraverso il progetto ECOSISTER stiamo sviluppando modelli tecnico-economici di processi di valorizzazione dei rifiuti della food industry emiliano-romagnola. Con il progetto regionale MEAT-ICO, invece, stiamo esplorando diverse strategie di recupero dagli scarti di toelettatura dei prosciutti, anche mediante indagini di laboratorio».
Oggi più che mai ogni risorsa è preziosa e ogni azione conta. Il Tecnopolo di Piacenza-LEAP con la sua area Waste-to-Value, aiuta a costruire, giorno dopo giorno, un futuro in cui la gestione dei rifiuti non è solo una necessità, ma una possibilità per promuovere la sostenibilità ambientale con approcci innovativi.
Per maggiori informazioni sugli eventi e le attività del Tecnopolo e dal Laboratorio LEAP, consulta il calendario di eventi su ThePlanner, visita il sito del Tecnopolo di Piacenza e del centro di ricerca LEAP.